Il dipinto si presenta come una celebrazione dei luoghi simbolo di Teverola, profondamente legati ai miei ricordi personali, simili a quelli di tutta la mia generazione.
Al centro dell’opera spiccano due elementi fondamentali per la comunità: il patrono San Giovanni Evangelista, simbolo religioso, e “La Regina", il monumento ai caduti, simbolo civico. Questi elementi, affiancati dalla chiesa parrocchiale e dall’antico palazzo baronale, richiamano il passato storico e religioso del paese, evidenziando l'importanza del legame con le tradizioni e le radici locali.
L’opera rappresenta un viaggio nei luoghi della memoria, non limitati a uno spazio fisico, ma estesi a una dimensione mentale e affettiva, arricchita di ricordi ed esperienze, anche distanti nel tempo, che si sovrappongono e si intrecciano.
Luoghi ed eventi si intrecciano in modo complementare: ogni sito evoca memorie, festività o celebrazioni che rimandano inevitabilmente a quei luoghi. Particolarmente significativa è l’immagine di un padre che mostra al figlio la lapide dedicata ai 14 carabinieri uccisi dai nazisti a Teverola, un gesto simbolico che rappresenta il passaggio della memoria tra generazioni, affinché certe tragedie non abbiano più a ripetersi.
Anche altri particolari sottolineano la fruizione generazionale di questi spazi. L’auto d’epoca, parcheggiata davanti alla scuola, dove mi sono ritratto insieme ai fratelli e ad alcuni compagni di classe, era un modello caro ai nostri padri, mentre la Smart, in alto davanti allo stesso edificio, ora diventato Municipio, rimanda ai nostri figli. Inoltre, le persone di quella generazione sono riproposte in età adulta tra i partecipanti agli eventi, compreso il sottoscritto ritratto in basso frontalmente.
L'aereo in volo, infine, simboleggia l’apertura verso una visione globale, in cui i cittadini di Teverola, i giovani principalmente, si sentano parte dell'Europa e del mondo, senza però dimenticare le proprie radici.
In sintesi, il dipinto non è solo una rappresentazione visiva dei luoghi di Teverola, ma un invito a riscoprire e preservare quel senso di appartenenza e comunità che oggi appare sbiadito. È un richiamo al legame con il territorio e la storia, un appello a coltivare la memoria e a trasmetterla alle nuove generazioni.