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Storia, Arte e Poesia by Giovanni Morra

Apoteosi di San Giovanni Evangelista di Giuseppe Simonelli

05-03-2025 15:40

Giovanni Morra

ARTE,

Apoteosi di San Giovanni Evangelista di Giuseppe Simonelli

Gli angeli che contornano la figura del Santo mostrano tale grazia e dolcezza nei lineamenti dei volti che la si può riscontrare solo nelle opere dei più grandi

Il dipinto di Giuseppe Simonelli collocato sul soffitto della chiesa e denominato Apoteosi di San Giovanni Evangelista, merita una giusta attenzione. Il pittore è stato il principale allievo del famoso Luca Giordano, che lo considerava il suo degno successore al punto da affidargli il compito di portare a termine le opere sue incompiute e consegnarle ai committenti, quando nel 1692 si apprestava a lasciare Napoli per la Corte del re di Spagna.

In passato la sua fama fu offuscata da un biografo dello stesso Giordano (Bernardo de Dominici) che, per esaltare le doti del più famoso pittore, tese a sminuire la figura del Simonelli, scrivendo che questi non aveva capacità creative ed operava solo sotto la guida del maestro come esecutore dei suoi bozzetti.

Un altro storico dell’Arte, l’Abate Lanzi, scrisse: «...divenne copista esatto delle opere sue e imitator eccellente del suo colore».

In realtà l’essere pervenuto a livelli pittorici equiparabili a quelli del Giordano, invece di essere considerato segno di bravura e fattore di merito, veniva valutato da parte di alcuni critici come mancanza di originalità e limite espressivo.

In seguito, però, il Simonelli, dopo la partenza di Luca Giordano, cominciò a dipingere tele del tutto di propria mano ed i suoi meriti non poterono più essere oscurati. Essendo considerato ormai il più talentuoso tra gli allievi del maestro, ebbe molte commissioni soprattutto per le chiese partenopee e del suo territorio. Per la Chiesa dell'Annunziata di Aversa gli fu commissionata una serie di 28 quadri, dipinti tra il 1702 e il 1703 insieme al fratello Gennaro.

Nel panorama vasto della sua produzione artistica il dipinto di Teverola sembra avere, ad una prima sommaria osservazione, un posto di rilievo. Gli angeli che contornano la figura del Santo mostrano tale grazia e dolcezza nei lineamenti dei volti che la si può riscontrare solo nelle opere dei più grandi pittori.

La cosa, però, che appare davvero singolare è che il dipinto sembra risultare pressoché sconosciuto agli studiosi della pittura napoletana, essendo semplicemente citato solo alcune volte e mai commentato. Ciò è comprensibile se si pensi che la firma dell’autore è emersa nel 1989, quando la tela fu rimossa dal soffitto e iniziarono le operazioni di restauro. Di questo bisogna essere grati alla sensibilità e alla cultura in campo artistico dell’avvocato Loreto Dello Vicario, che segnalò all’allora parroco don Sossio Moccia, la necessità di intervenire per salvare quel dipinto, di cui non si conosceva l’autore ma che lasciava intravedere segni di ottima fattura, dal progressivo irreparabile deterioramento. La tela fu presto rimossa dal soffitto e si provvide al provvidenziale restauro.

 

Loreto Dello Vicario: l'umidità, le infiltrazioni, il deterioramento materiale ne resero addirittura irriconoscibile il soggetto che presentava, fra l'altro, lacerazioni, strappi e mancanze. Toccò a noi teverolesi che siamo vissuti nell'ultimo scorcio del sec. XX, incoraggiati dalla instancabile operosità e intraprendenza del parroco dell'epoca, don Sossio Moccia, alzare lo sguardo alla soffitta della Chiesa e pensare di recuperare quella pittura che faceva intuire essere uscita da una buona scuola pittorica.

 Verso la metà di marzo del 1989, Mastro Pasquale Petrarca, dai lunghi artistici baffi, si offrì di erigere una impalcatura al centro della Chiesa e con l'aiuto di suoi operai e sotto la direzione di don Sossio, il dipinto con la cornice fu rimosso dalla sua sede ultra secolare e, anche se in condizioni che solo le fotografie potranno provarne il degrado pittorico e strutturale, fu affidato alle mani di una valente restauratrice, la signora Marisa Cristiano di Grumo Nevano. 

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