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Storia, Arte e Poesia by Giovanni Morra

BAGLIORI FULGENTI

23-02-2025 17:35

Giovanni Morra

POESIA,

BAGLIORI FULGENTI

una riflessione critica sul presente, contro l’indifferenza e la superficialità, la via alternativa della cultura, della memoria e del senso di appartenenza.

Introduzione

La prima parte di questo componimento utilizza la satira per stigmatizzare alcuni comportamenti diffusi sui social network. Comprendo che qualcuno potrebbe sentirsi chiamato in causa, ma il mio intento non è certo quello di impartire lezioni o di ergermi a moralista. Al contrario, rivolgo innanzitutto a me stesso ogni spunto di analisi ironica, perché attraverso la riflessione critica possiamo prendere coscienza di certi atteggiamenti e, se necessario, riconsiderarli.

L’intera composizione si configura come un percorso catartico valido per tutti, ma che non impone verità assolute. Ognuno, attraverso un simile processo di autocritica, può giungere a scelte autonome e differenziate, in base alla propria sensibilità e visione del mondo. L’obiettivo non è indicare un’unica via, ma stimolare una riflessione che aiuti ciascuno a diventare più consapevole del proprio modo di essere e di rapportarsi agli altri, anche attraverso i social network.

 

Bagliori fulgenti

Non parteciperò alla danza fumosa

di fatui auguri che girano a stormo

né prenderò a prestito frasi vendute

per sventolare bandiere morali.

Lascio che diffidenti e delusi ripetano a iosa

che fidarsi degli altri è da poveri illusi.

 

E resto a mirare il carosello giocondo

dei volti lieti dalle piazze del mondo,

e la vetrina di chi ottempera al rito

di compiacersi delle vanità della vita.

Trovano propria tribuna deliranti voci reiette

e palcoscenico illusorio vanesi filosofi, artisti e poeti,

che a fare parte del gioco non potrai disilludere mai.

 

Conterò pochi compagni di strada

per figurare scenari perduti

di terre irrigue e acque palustri,

disvelare nobili pietre vetuste,

retaggi di storia e di vite sofferte,

tra il sole dei campi e gli strazi di guerre.

 

Bagliori fulgenti tra cortine di grigio cemento,

che schiudono porte sul travagliato passato,

recano moniti al mondo presente,

frenetico, ignaro, distratto e sfuggente.

 

Sono l'essenza della nostra cultura,

il riferimento perenne di un’identità perduta.

Che risorgano, quindi, nel loro splendore

le vestigia antiche dell’atavico borgo,

e diventino il cuore di una comunità viva,

di gente partecipe, solidale e attiva.

 

Analisi della poesia

La poesia si apre con un’immagine di forte impatto visivo: "la danza fumosa di fatui auguri che girano a stormo". Qui l’autore descrive con vivida immagine la frenesia degli auguri di circostanza che sui social network si indirizzano ora su un profilo, ora su un altro, paragonandoli a uno stormo di uccelli che si muove all’unisono, senza una reale intenzione, ma semplicemente rispondendo a richiami convenzionali.

Segue poi una critica più esplicita alla tendenza diffusa ad atteggiarsi a moralisti, utilizzando frasi preconfezionate, attraverso le quali si pretende che siano sempre gli altri a dover cambiare, senza mai mettere in discussione se stessi.

La sfiducia nel prossimo porta anche molte persone a diffondere messaggi di diffidenza che incitano a chiudersi nel proprio ego, invece di promuovere valori di condivisione e solidarietà.

L’autore poi si pone in una posizione di distacco, limitandosi a osservare il carosello di vanità che anima il mondo contemporaneo. Qui l’ironia coinvolge non solo chi viaggia per esibire mete esotiche, ma anche chi si conforma a rituali convenzionali superflui, mossi più dal desiderio di apparire che da motivate esigenze di vita sociale. L’ambivalenza è palpabile: da un lato, la bellezza dell’atmosfera collettiva e festosa; dall’altro, la consapevolezza della sua superficialità. Il verso "E resto a mirare il carosello giocondo / dei volti lieti dalle piazze del mondo" esprime con efficacia questa duplice percezione.

L'ironia si estende infine a pensatori, artisti e poeti “vanesi”, compiaciuti di un’attenzione che spesso non è autentica, ma nasce da un meccanismo di scambio reciproco di facili e ipocriti consensi.

 

Il cambio di tono: dalla satira alla riflessione

A questo punto la poesia subisce una svolta. Se nella prima parte domina la satira amara, la seconda si apre a una dimensione più intima e riflessiva. Chi scrive sa di poter contare solo su pochi "compagni di strada", con i quali condividere non effimeri scambi virtuali, ma un viaggio nella memoria e nella cultura. Emergono immagini suggestive di "terre irrigue e acque palustri", "nobili pietre vetuste", "retaggi di storia e di vite sofferte": il paesaggio diventa un simbolo di continuità e appartenenza, un antidoto all’effimero.

A questo punto emerge il nucleo tematico più profondo: la cultura e la memoria storica come strumenti di resistenza alla modernità frenetica e superficiale.

I 'bagliori fulgenti tra cortine di grigio cemento” simboleggiano la luce della memoria storica, che resiste all’omologazione e al consumismo, proprio come il valore formale degli edifici antichi risalta nell’uniformità di quelli moderni.

 

Il messaggio finale: un appello alla riscoperta delle radici

Nel finale, emerge un appello accorato: bisogna riscoprire e valorizzare le radici culturali. Le "vestigia antiche dell'atavico borgo" non sono solo testimonianze del passato, ma devono tornare a essere il fulcro di una "comunità viva", consapevole della propria storia e capace di riscoprire la propria identità.

 

Conclusione

Questa poesia si configura come un vero e proprio manifesto di resistenza culturale. L’autore rifiuta il vuoto delle celebrazioni convenzionali e contrappone a esse un bisogno autentico di memoria, di identità e di valori condivisi. La forma, con versi liberi e musicali, si accompagna a un linguaggio incisivo e carico di simboli, che trasmette al lettore un misto di nostalgia, di speranza e di riscatto.

Il componimento invita a una riflessione critica sul presente, opponendosi all’indifferenza e alla superficialità, e indica una via alternativa: quella della cultura, della memoria e del senso di appartenenza.