Con questo componimento mi è stato assegnato l’ambito premio della casa editrice Aletti, consistente nella realizzazione e pubblicazione gratuita di un audiolibro di poesie, interpretate dall’attore e regista Alessandro Quasimodo, figlio del celebre premio Nobel per la letteratura.
Luci della mente
Attendi i miei gesti come il faro
che ti orienti nel buio della mente,
quando al risveglio senza progetti
l'oggi appare uguale a ieri e a domani.
Segui i miei passi felice di avermi,
di affidare la tua piena esistenza,
paga di ogni pur piccola gioia
che può donarti la mia presenza.
Sono la tua ancora in questo momento
e non ho tracce nel tuo passato.
Sei lo specchio della mia vita
che non riflette le storie vissute.
Quanto rimpiango quei litigi banali
che procuravano profonda amarezza
e quelle facili incomprensioni
che poi sfociavano in baci e carezze.
Sento di amarti come mai prima d'ora
dolce consorte che ritorni bambina,
ma non so fermare quel vento che spira
sulle tue luci a prima mattina.
E il futuro lascio che ignori
perché rattristi i miei soli pensieri
e non ti chiuda ai profumi e ai sapori
lungo la via che si restringe e si oscura.
Giovanni Morra
Commento critico letterario a "Luci della mente"
La poesia "Luci della mente" esplora con profondità emotiva e intellettuale il tema della perdita della memoria e della progressiva fragilità mentale, filtrandolo attraverso la lente dell’amore e della dedizione. Al centro del componimento vi è un’immagine fortemente espressiva e persistente: la metafora della luce, che rappresenta la lucidità della mente e il suo graduale affievolirsi sotto l’azione di un vento implacabile, simbolo del tempo e della malattia.
La prima strofa introduce l’immagine potente del faro: simbolo di guida e orientamento in una condizione di smarrimento dove “l'oggi appare uguale a ieri e a domani” per l’assenza di progettualità e l’appiattimento del tempo.
L’autore si sofferma poi su un aspetto doloroso: l’assenza di un passato condiviso nella mente della consorte. L’immagine dello “specchio” che non riflette più le “storie vissute” si staglia con struggente bellezza nel nostro animo, evocando con forza la frattura tra i ricordi e il presente, e accentuando la sua solitudine.
Nel cuore del componimento risiede un profondo amore, che si esprime sia nel ruolo protettivo del poeta, sia nel rimpianto per ciò che si è perduto. La quarta strofa rievoca i momenti di conflitto e riconciliazione del passato con una nota di malinconica dolcezza. Quelle incomprensioni, un tempo fonte di sofferenza, ora sono rimpiante perché appartenevano a una vita piena e autentica, ormai lontana e irrecuperabile.
Nella quinta strofa il “vento” assume un ruolo centrale, divenendo il simbolo del progredire inesorabile della malattia, che soffia via “le luci a prima mattina”, metafora della lucidità e della vitalità della mente. È un’immagine delicata ma devastante, che racchiude l’essenza della lotta del poeta contro un futuro che non può controllare.
Il tono, tuttavia, seppure malinconico, non è mai disperato e trae stimoli dalla scelta amorevole di vivere nel presente, senza condividere con l’amata la paura del futuro. “E il futuro lascio che ignori” è un verso che racchiude un atto di protezione e di amore: mantenere viva l’esperienza sensoriale, i “profumi e i sapori”, anche lungo una “via che si restringe e si oscura”. È la creazione di un rifugio fragile ma prezioso, dove la presenza e il sorriso della consorte diventano l’unico punto fermo in una realtà che altrimenti si sgretola.
Conclusione
La poesia "Luci della mente" è un dialogo struggente che si articola attorno alla metafora della luce. La figura del poeta-faro e l’immagine del vento che spegne le luci si intrecciano in un racconto profondamente umano, che celebra l’amore come unica risposta alla perdita e alla fragilità della vita. Il componimento trascende l’esperienza personale e assume un valore universale, offrendo al lettore una riflessione sulla bellezza e la tragicità del legame umano.