Il dipinto murale rappresenta un perfetto esempio di integrazione tra pittura e architettura. Grazie alla prospettiva si crea l'illusione di un porticato che si apre dallo spazio reale del giardino verso un ambiente immaginario, ovvero il celebre "Bagno di Venere" della Reggia di Caserta. In questo modo i confini fisici del giardino si espandono visivamente, dando l'impressione che lo spazio si prolunghi oltre la parete di fondo, in una sorta di continuum tra realtà e finzione artistica.
Questo effetto è reso ancor più suggestivo dalla presenza degli uccelli acquatici, in particolare una coppia di colombi, che sembrano quasi uscire dal dipinto e volare verso l’osservatore. Questo dettaglio aggiunge una dimensione di movimento che rompe la staticità della scena, invitando lo spettatore a sentirsi parte dell'ambientazione.
Degno di nota è anche l'effetto tridimensionale della finta nicchia sulla destra, che ospita un'anfora dipinta e contribuisce ulteriormente a dilatare lo spazio. Nel complesso si ha la sensazione che il giardino e il dipinto siano un tutt’uno e si crei una fusione tra la creazione artistica e lo spazio naturale antistante..
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