Saldi d’estate: un rito (quasi) sacro
L’estate: la stagione delle vacanze, delle giornate afose… e dei saldi! Un appuntamento irrinunciabile, un rito stagionale che ci porta a fare almeno una capatina al Reggia Designer Outlet per accaparrarci qualche affare imperdibile.
Ma chiunque abbia accompagnato la propria metà in questa missione ad alto tasso di resistenza fisica sa bene che dietro l’allettante promessa di “sconti fino al 70%” si cela una realtà ben diversa: ore e ore di pellegrinaggio tra vetrine e stand, camerini improvvisati come saune, e una disperata ricerca di un posto per sedersi… puntualmente occupato.
Ed è proprio questo scenario a ispirare la divertente poesiola Saldi d’estate, che riprende in modo ironico e irresistibile la struttura della celebre ‘A livella di Totò. Le prime strofe richiamano quasi alla lettera il capolavoro del Principe della risata, ma questa volta il “rito” non è quello del 2 novembre al cimitero, bensì quello estivo dello shopping compulsivo.
Così, tra mariti rassegnati e mogli instancabili, prende forma un quadro familiare in cui molti si riconosceranno: l’uomo, pratico e impaziente, che dopo pochi minuti crolla psicologicamente, mentre la donna, determinata e infaticabile, continua la sua esplorazione con dedizione quasi mistica… per poi magari uscire con una busta mezza vuota.
Ma, tra una battuta e l’altra, non mancano spunti di riflessione: perché i negozianti non rendono l’attesa meno estenuante? Un divanetto, un caffè, magari una graziosa assistente all’ingresso… e chissà, forse i mariti sarebbero persino più generosi con il portafoglio!
Insomma, una poesia leggera e brillante, che coglie con umorismo e freschezza lo spirito di questa tradizione estiva. E, nel leggerla, non si può fare a meno di sorridere… perché, diciamocelo, chi non ha vissuto almeno una volta questa estenuante avventura estiva? 😄
Saldi d’estate Ogni anno, in questi tempi, c’è l’usanza, per i saldi, girare il giorno intero. Alle mogli s’adda fa’ chesta crianza; ognuno adda tené chistu penziero.
Ogn’anno puntualmente, in questi giorni, per giovarmi della giusta convenienza, anch’io ci vado, e con gli acquisti aggiorno Il guardaroba nella stanza.
St’anno c’era anche la calura, ore e ore tra stand e camerini (Madonna, si ce penzo, che rottura!) con la moglie a frugar tra gli appendini.
E non c’è un piano per sedersi che non sia impegnato apposta per privarti del piacere di sederti in qualche posto.
Signori negozianti, se foste un tantino intelligenti, rendereste meno dura l’attesa dei clienti. Più volentieri accompagnerebbero le signore i mariti ben accolti su comode poltrone.
E se al posto dell’omone lì all’ingresso una bella signorina li accogliesse, offrendo un caffè, un cioccolatino, spenderebbero più volentieri bei quattrini.
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A livella (Antonio de Curtis) Ogn'anno, il due novembre, c'è l'usanza …………………………………………… ……………………………………………………… ………………………………………………. ……………………………………………….. ………………………………………………….. …………………………………………………. ………………………………………………… …………………………………………………
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