Roma, secondo l'itinerarium Antonini, aveva 52 strade consolari nei soli confini d'Italia. Di esse attraversavano la Terra di Lavoro due delle più famose: l'Appia, la regina viarum, congiungeva Roma con Capua e terminava a Brindisi passando per Benevento; la Latina che partiva dall'Urbe e raggiungeva Capua passando per Aquino, Cassino, Teano e Cales.
Nel tempo più florido di Roma Capua era la maggiore città della Campania e col suo milione di abitanti ( Mazzocchi) era paragonata a Cartagine e a Corinto. La città aveva sette grandi porte dalle quali si dipartivano altrettante vie che la collegavano a tutto il territorio campano. Il suo più grande e fastoso edificio pubblico, l'Anfiteatro, era secondo solo a quello di Roma e al par di questo aveva tre ordini di arcate.
Dai pressi dell' Anfiteatro Capuano si dipartivano due diramazioni della Via Appia: la Atellana che portava ad Atella e quindi a Napoli e la Consolare Campana che si dirigeva verso il Clanio attraversandolo sul Ponte a Selice e quindi per Pirum, Teberola - villaggi sorti posteriormente - piegava un po' ad occidente, sfiorava il territorio che poi fu Sanctum Paulum ad Averze nel punto chiamato ad Septimum (per essere lontano sette miglia da Capua, e dove, nel Medioevo, fiorì la famosa Abbazia di S.Lorenzo). Quindi volgeva per Ducenta, Luxanum, S.Petrus ad Parata ( Parete ), Arbustulum, Casacellere, Vicus Iulianus, Quartu Majore, ed arrivava a Pozzuoli e Cuma.
Estrema importanza negli antichi tempi ebbe la Consolare Campana, sia perché congiungeva la grande Capua con Pozzuoli e Cuma, zone dagli incantevoli paesaggi e sede di terme ricercate dalla mondanità romana (a Baia avevano ville sontuose Crasso, Cesare, Pompeo, Cicerone, Ortensio e tutti gli imperatori da Augusto a Nerone) sia perché essa, essendo un ramo della Via Appia, metteva direttamente in contatto Roma con Miseno, sede di una scuola militare e porto militare di Roma da cui partivano le navi per la Sicilia, per la Spagna, per l'Africa e l'Asia.
Era questa la strada che vedeva passare le vittoriose legioni romane che sottomisero a Roma tanti popoli, che vide gli Apostoli Pietro e Paolo dirigersi verso Roma e la salma dell'imperatore Tiberio, morto a Miseno nel 37 d.C. .
Avanzi di monumenti, frammenti di colonne miliari in tutti i tempi sono stati rinvenuti lungo il suo percorso e soprattutto nel territorio di Giugliano e Pozzuoli e nella cosiddetta Via Campanello a Teverola .
Purtroppo il tracciato di questa importante arteria dell'antichità è andato sempre più a smarrirsi in quanto nel Medioevo si rese necessaria la costruzione di una nuova strada più comoda e breve che collegasse Napoli con Capua e Roma, stante il variare dei traffici e degli interessi politici e commerciali. Avere contatti rapidi e sicuri con Roma era vitale anche per i sovrani angioini così come con Firenze verso cui si erano sviluppati rapporti commerciali intensissimi. La Via Campana, almeno nel tratto Capua- Aversa, dopo aver per millenni resistito all'intenso traffico della frequentatissima regione, era diventata impraticabile.
La fascia costiera non era più servita dalla "direttissima" Domiziana in quanto con la distruzione di Cuma (1207) gran parte di essa aveva subito la implacabile invasione della palude e della boscaglia.
Era dunque necessario che si provvedesse almeno a migliorare la via tra Napoli, Aversa e Capua.
Ciò fu fatto con la costruzione di una strada più organica sotto i primi sovrani angioini e in particolare sotto Carlo lo Zoppo che promosse (1303-04) la sistemazione del primo tratto Capua-Napoli ordinando che si ampliasse la via pubblica che da Capua menava ad Aversa per il Ponte a Selice. Volle il sovrano che la strada venisse rettificata nel territorio aversano in modo che tutto il traffico passasse per il centro, abbandonando il tratto esterno (S.Lorenzo, ad Septimum) fino ad allora in uso.
La nuova via, fino al villaggio di Teverola, seguì l'itinerario dell'antica Consolare Campana staccandosene con una curva obliqua ad est che tirava diritta per Aversa attraversandola da Nord a Sud.
Il punto di questa diramazione, senza ombra di smentita, va fissato lì dove oggi sorge il palazzo Colella, una costruzione che risale ai primi anni '70 e che prese il posto di un palazzotto ottocentesco in cui era allogata una Antica Taverna. Dall'altro lato della strada vi era un lavatoio e un pozzo a fronte strada per abbeverare i cavalli e i carrettieri, la bottega di un maniscalco, Mastro Nicola, la chiesetta di Sant'Antuono.
Chi oggi si pone sul marciapiedi avendo alle spalle il palazzo Colella può constatare che la strada proveniente da S.Maria C.V. è in perfetta dirittura con la cosiddetta Via Campanello; è la prova della esatta corrispondenza ai canoni e alla tipologia viaria della romanità .
I ragazzi di Teverola che prima e dopo degli anni '40
per raggiungere la Scuola Professionale S.Lorenzo nel Borgo di Aversa preferivano inerpicarsi per il sentiero campestre "pe' campaniello " o "'addereto campaniello", appresero non dai libri di scuola quanto antica e gloriosa fosse la terra in cui erano nati.
Lo appresero quel giorno in cui s'accorsero che sotto i loro piedi, tra le erbe e i papaveri, spuntavano delle selci millenarie: era l'antico percorso della Via Consolare Campana .
Teverola …. sulla Via Consolare Campana .
Diamo lustro e decoro al nostro paese se è vero che gli spetta.
Noi sommessamente ci permettiamo di sollecitare chi di competenza a modificare con Via Campana o Via Consolare Campana .
Cancelliamo la ridicola incultura di Via Campanello. Questa non è stata una viottola per pecore e armenti scampanellanti ma fu la strada delle legioni romane che salpavano da Miseno per raggiungere l'Asia o l'Africa, di Pietro e Paolo giunti a Pozzuoli dall'Oriente e diretti a Roma, dell'ultimo viaggio dell'imperatore Tiberio. Non priviamo il nostro paese di questa importante memoria.
